Questo periodo sarà ricordato come quello dei colletti bianchi, dei paninari e della musica tecno, i primi rudimentali esperimenti dell’innovazione tecnologica, che poi ha influenzato un po’ tutto lo stile dell’epoca, dall’abbigliamento ai colori conditi di divertimento in una prospettiva di futuro che iniziava a diffondersi.
Epoca di grandi innovazioni, basta pensare all’informatica e alla tecnologia, che muoveva i primi passi verso la diffusione di massa. Possiamo definire l’arredamento anni 80 il punto di svolta tra analogico e digitale, tra manufatto e standard industriale, una specie di nuovo mondo che è passato e forse non abbiamo del tutto decifrato, in cui Space Invaders e Pac-Man diventavano il cult del decennio.
Nuovi spazi aperti, le case dell’epoca cambiano volto, diventano “open space” un concetto di stile americano della casa aperta, con ampi spazi e senza troppe barriere divisorie, ampi saloni in un misto di cucina, sala da pranzo e soggiorno, con l’immancabile angolo Tv e i primi sistemi surround.
La contaminazione etnica dell’arredamento anni 80
In quegli anni cambiava la cultura, anche se la globalizzazione non era così evidente, di fatto, era già in atto da tempo, si propagava comunque nei consumi fino a contaminare l’arredamento di casa.
Tavolini bassi con geometrie fantasiose spesso vagamente “spaziali”, pezzi di artigianato africano, tappeti orientali e mobili ostentatamente moderni come a voler spazzare tutto ciò che precedentemente era stato realizzato, un disconoscimento delle radici a favore dell’innovazione.
I salotti diventarono i luoghi preferiti della casa, tutto si concentrava sul confort e il design, non sfarzosi ma finemente eleganti e pratici, una sintesi perfetta tra minimalismo e utilità.
Le sedie, altra particolarità del periodo, divennero dei veri e propri oggetti di culto, non c’è altro periodo in cui siano state progettate e realizzate tante nuove forme di design per un singolo complemento d’arredo, ci fu una vera e propria mania, oggi alcuni modelli sono ricercatissimi e di alto valore.
Entra predominante il concetto di design pratico, bello a vedersi nella sua semplicità ma straordinario per l’impatto visivo, questi sono anche gli anni dell’eccesso, della griffe che dall’abbigliamento contaminò ogni aspetto della vita di tutti, dall’auto alla casa tutto doveva essere riconoscibile e apprezzabile socialmente.
Luci e colori dell’arredamento al tempo del paninaro
Chi non ricorda i colori sgargianti di quel periodo, il fluorescente dei calzini e gli accessori? nell’arredamento stile anni 80 rimasero fuori dalle case, ma in qualche modo influenzarono parte dello stile abitativo, specie le lampade dai mille colori incluso il fluorescente, un tocco di colore assecondato dalle mille luci colorate, senza dubbio uno dei periodi tra i più “vistosi” che si ricordano. Nascono in quegli anni la lampada Taraxacum di Flos (Design Achille Castiglioni) o la Tolomeo di Artemide (Design Michele de Lucchi e Giancarlo Fassina), declinata poi in varie versioni, o ancora la Costanza di Luceplan (Design Claudio Rizzato), rivista poi nella versione Costanzina.
Le tonalità dei colori erano decisamente forti, tinte accese e molto marcate per le gli intonaci che in qualche modo dovevano contrastare con l’arredamento, in genere sul bianco o nero in base allo stile della casa e al fondo delle pareti.
Qui vediamo le proposte tratte dalla cartella colori della Caparol!
Tra tutti, l’elemento più importante dell’arredamento stile anni 80 è stato quello del tocco personale, in altre parole la caratterizzazione di ogni ambiente, arredo e stile, del tutto basato sui propri gusti. Questo è forse l’elemento più incisivo di quel periodo alquanto caotico tra arte povera e futurismo!
Gli anni 80 sprizzavano spensieratezza da ogni prospettiva, un’epoca di grandi occasioni spesso mancate, oggi difficile anche solo da concepire!